Alcuni giorni fa pubblicavamo sul sito dell’associazione una serie di informazioni sulla vegetazione del canneto del Laghetto di Scarpizzolo all’interno del Parco (PLIS) del fiume Strone, (http://www.amiciperillaghetto.it/canneto-del-laghetto-scarpizzolo/), raccontando come questa particolare vegetazione spontanea rappresenti una preziosa componente dell’ecosistema delle zone umide del parco.

A tale riguardo, spiegavamo inoltre che il canneto è l’habitat ideale di molte specie di uccelli. Tra gli steli delle canne costruiscono i loro nidi la gallinella d’acqua, varie specie di cannaiola, il migliarino di palude e il germano reale. E’ certificata inoltre la presenza del cannareccione, del tarabusino e del tuffetto, anch’essi con nidificazioni ai bordi o all’interno del canneto. La zona sommersa è anche l’habitat di riproduzione e di sviluppo larvale di varie specie di pesci, anfibi e invertebrati. A causa dello sviluppo urbanistico e dell’utilizzo ricreativo delle rive fluviali e lacustri, ma anche dell’eutrofizzazione, il canneto è ormai minacciato in molti luoghi, ragion per cui è necessario proteggerlo e preservarlo, a maggior ragione se ci troviamo in un’area tutelata come nel caso dei PLIS.

Nei giorni scorsi, un nostro volontario segnalava su Facebook il taglio effettuato di una porzione del canneto del Laghetto, evidenziando la violazione delle norme vigenti. Nello stesso post si allegava un articolo di giornale (che qui rialleghiamo) che descriveva gli esiti di un analogo episodio verificatosi a Sirmione. L’articolo raccontava che nel comune gardesano l’amministrazione, una volta riscontrato a seguito di segnalazioni che il taglio non era stato né programmato, né autorizzato aveva provveduto al richiamo formale dei responsabili e alle necessarie verifiche del caso.

A San Paolo purtroppo si è verificato l’esatto contrario: chi ha effettuato lo scempio è stato spalleggiato dal sindaco, mentre chi ha segnalato l’accaduto è stato duramente attaccato e sottoposto alla gogna mediatica attraverso ripetute accuse di incompetenza ed altre offese, v. allegato post del sindaco su FB. Il nome del nostro volontario è stato omesso ma non è stato certamente difficile per la locale comunità social identificarlo. In questo stesso post veniva inoltre tagliato proprio l’episodio di Sirmione citato dal nostro volontario, mentre veniva aggiunta un’immagine dello stesso canneto in ricrescita, scattata diverse settimane dopo il taglio, come a volerne minimizzare le conseguenze.

Orbene, mentre l’amministratore comunale di cui sopra si è occupato principalmente di aggredire verbalmente su FB un suo concittadino solo perché aveva segnalato l’accaduto (salvo giustificare il taglio con un improbabile “sfoltimento del canneto al fine di aumentarne la capacità di ricaccio a favore della fauna ittica e acquatica”), noi preferiamo concentrarci unicamente sugli aspetti naturalistici della vicenda che, unitamente alla salvaguardia e valorizzazione dell’area del Laghetto nel PLIS sono gli obiettivi prioritari della nostra associazione. Di seguito richiamiamo pertanto le principali norme che riguardano l’argomento.

I tagli di cui sopra violano innanzi tutto la L.R. n. 10/2008 – Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea (articoli dal nr. 2 al nr. 5). Tali attività sono esplicitamente interdette anche dai rimandi alla normativa regionale e nazionale contenuti nel Piano Particolareggiato del Parco del fiume Strone, tra cui, oltre la sopra citata legge regionale, le Direttive Comunitarie “Uccelli” e “Habitat”. L’area in questione rientra, infatti, nella zonizzazione A1 del PLIS: “Area di maggior rilevanza naturalistica e paesaggistica per le emergenze floristico-vegetazionali ed avifaunistiche riscontrate, assoggettata a normative di tutela di particolare riguardo … Le norme citate non esimono dall’osservare misure più restrittive stabilite dalle leggi regionali o dello Stato, con particolare riferimento ai provvedimenti in materia di tutela ambientale ed ecologica, …”.

In vero, le stesse norme, così come i relativi progetti scientifici in materia (v. a titolo di esempio i progetti integrati LIFE GESTIRE 2020 per la conservazione della biodiversità di Regione Lombardia o quelli accreditati presso il Ministero dell’ambiente) specificano che in talune particolari condizioni possono essere consentiti interventi di contenimento della vegetazione palustre (per es. per contrastare la colonizzazione del bosco, in caso di eutrofizzazione delle acque, ecc.), ma il taglio del canneto effettuato non rientra in nessuna di queste fattispecie. Inoltre, gli stessi interventi, qualora rientrassero nelle condizioni previste dalla normativa dovrebbero comunque rispettare i seguenti vincoli normativi, prescrizioni e indicazioni:

  • Il taglio della vegetazione palustre può essere consentito previa redazione di progetti specifici, eseguiti da tecnici qualificati laureati in scienze biologiche o naturali e previa conseguente rilascio di autorizzazione con prescrizioni da parte degli organi preposti, a seguito di valutazione con esito positivo del relativo progetto.
  • Va evitato il taglio con tecniche che possano arrecare disturbo alla fauna selvatica o pregiudizio della nidificazione. [Certamente il decespugliatore utilizzato nel suddetto taglio non è tra queste, v. Regione Lombardia – naturachevale.it, ndr].
  • Gli eventuali sfalci, qualora autorizzati a seguito di un progetto specifico certificato, vanno eseguiti esclusivamente in periodo invernale, in particolare da ottobre-febbraio. [Al contrario, il taglio è stato effettuato i primi giorni di maggio, ovvero in piena fase nidificatoria. In tale periodo la maggior parte delle specie ornitiche presenti al Laghetto hanno come habitat elettivo per la costruzione del nido e/o il foraggiamento gli ambienti a vegetazione erbacea di alto portamento, propria delle zone umide. Per questo, un taglio siffatto ha certamente prodotto un impatto diretto o indiretto su tale Gruppo faunistico, importante e spesso totemico nella zona umida del Laghetto di Scarpizzolo, con i pulli inermi costretti all’abbandono precoce dei nidi, ndr].
  • Evitare tagli a raso, in quanto questo riduce la quantità e la varietà degli insetti con conseguenze negative sulla comunità ornitica. [L’impiego del decespugliatore conferma che non si è trattato di uno sfoltimento perché in tal caso si sarebbe dovuti intervenire con un taglio manuale, ndr].
  • Di importanza cruciale è l’asportazione dei residui vegetali (resti del fragmiteto), che non vanno lasciati in loco, nemmeno trinciati o sminuzzati. La frantumazione della sostanza vegetale abbandonata sul luogo del taglio e lo spargimento generalizzato di “odori” chimici e antropici [come quelli causati da un decespugliatore utilizzato per di più da operatori senza alcuna competenza o autorizzazione specifica, ndr] riduce, se non impedisce, sia l’orientamento sia la ricerca delle prede. E lo stesso problema viene subito direttamente o indirettamente da anfibi, sauri e colubridi.
  • Nel PLIS del Fiume Strone e in particolare nella zona di massima tutela che al Laghetto comprende le zone umide del canneto, sono diverse e certificate le presenze faunistiche erpetologiche di interesse comunitario salvaguardate dalla L.R. 10/2008 e dalla Direttiva “Habitat”. Nello stesso territorio sono segnalate anche diverse specie di Odonati tra cui taxa di particolare importanza e ormai molto localizzate nella provincia (v. dati Phd V.Ferri accred. Ministero dell’Ambiente). [Queste valenze ecosistemiche certificate confermano ulteriormente la necessità di un progetto naturalistico approvato dagli organi competenti prima di procedere con qualsiasi tipo di intervento antropico sulla vegetazione del canneto, ndr].
  • Sono di norma consentiti sfalci della vegetazione lacustre là dove venga tecnicamente certificato che la stessa è di intralcio al deflusso delle acque dei corpi idrici superficiali. [Questo punto non è di poco conto in quanto essendo la gestione di tale deflusso, così come quello delle paratoie e dei manufatti irrigui del Laghetto, di competenza dei volontari della nostra associazione in virtù di un contratto, un intervento di contenimento, qualora ritenuto indispensabile, sarebbe stato di loro competenza, ndr.].

In conclusione, l’amministrazione comunale di San Paolo anziché minimizzare e/o stigmatizzare aspramente le segnalazioni dei suoi cittadini, dovrebbe attivarsi a seguito delle stesse, soprattutto se riguardano la violazione di norme.

IMG_8203

 

 

 

 

 

 

 

a363b62d-0fe1-471d-ab5f-3c70b1477305

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

z1z2