La prima delle immagini riportate qui sotto è una fotografia significativa che racconta meglio di tante parole la totale mancanza di una attenzione ecologica e naturalistica nella gestione del parco del Laghetto di Scarpizzolo, nel PLIS del fiume Strone. Attenzione ecologica e naturalistica che assieme alla tutela a alla valorizzazione degli ambienti naturali sono ampiamente sottolineati dalle prescrizioni e dalle stesse finalità istitutive del Parco.

L’immagine descrive lo stato di abbandono e di inagibilità in cui, da qualche anno a questa parte, versa la stazione ornitologica, posta a sud ovest del Laghetto. La struttura necessita di cure urgenti, come già segnalato varie volte dalla nostra associazione, ma per volere dell’attuale amministrazione comunale i nostri volontari non possono operare per riportarla alla funzione per cui è nata: quella di un punto di avvistamento uccelli, utile per altro, anche per le attività di educazione ambientale rivolte ai ragazzi delle scuole. Meglio avvolgerla con un bel giro di nastro e lasciarla a marcire per anni. Senza contare i rischi in termini di sicurezza, viste le molte persone che hanno l’abitudine di stazionare presso tale struttura nonostante l’inagibilità. Nel medesimo stato di abbandono troviamo pure le protezioni in prossimità dei corsi d’acqua minori, il che rende pericoloso procedere lungo i sentieri e, non di meno, il pannello divulgativo in legno posto a sud del laghetto, realizzato anni fa per consentire al visitatore di apprezzare al meglio alcuni degli elementi naturalistici, storici e culturali visibili all’interno del PLIS.

Di contro, stiamo assistendo ormai da tempo alla trasformazione di alcune aree del bosco del laghetto in una sorta di luna park (v. foto successive), un accampamento-giochi per i più piccoli, dove troviamo oggetti di ogni tipo, a terra o appesi agli alberi coi chiodi. Questa trasformazione ha azzerato la vegetazione del sottobosco, ha spogliato delle proprie fronde molti alberi esistenti e impedito la nascita di nuovi alberelli, come se la presenza di bambini e scolaresche potesse giustificare ogni tipo di impatto sugli ambienti naturali. Queste attività non sono solo in antitesi col buonsenso legato al rispetto della natura, ma contrastano con le norme forestali e di tutela delle aree naturali e degli ecosistemi, oltre che con lo stesso regolamento del parco. Non a caso, in passato, la Provincia si era già pronunciata al riguardo sanzionando comportamenti analoghi fuori legge.

Non di meno, queste iniziative rappresentano una totale contraddizione rispetto ai concetti più elementari dell’educazione ambientale, attività fondamentale per comprendere il nostro impatto sull’ambiente e imparare a preservarlo. Far scoprire il bosco e la natura ai più piccoli è un’attività sacrosanta, ma se l’ambiente naturale lo occupiamo, lo trasformiamo, o lo stravolgiamo, allora non facciamo educazione ambientale, ovvero non insegniamo alle nuove generazioni a gestire i propri comportamenti in relazione all’ecosistema, ma facciamo un’altra cosa incompatibile con l’ambiente.  Chi ha realizzato e autorizzato tutto questo dovrebbe sapere che l’educazione ambientale è il miglior strumento che oggi abbiamo a disposizione per invertire il trend e aderire ad un percorso di restauro e conservazione degli ecosistemi (v. anche indicazioni nazionali e nuovi scenari del MIUR, 2018) e non è un mezzo per trasformare il bosco in un parco giochi. Per farlo servono però le competenze.

Allo stesso modo e come se non bastasse, un’altra area del bosco è stata trasformata in un luogo che ospita un tavolo e sedie di grandi dimensioni (v. ultime foto), sfruttando i tronchi di alberi caduti, ma anche di alberi vivi! Pertanto, anziché educare i più piccoli al rispetto del bosco attraverso la messa a dimora di nuovi alberi in sostituzione di quelli caduti o attraverso la conoscenza degli ecosistemi, gli insegniamo che un bosco può essere sventrato per divertimento. Senza contare, i seri problemi legati alla sicurezza: i giochi che vengono posizionati nei luoghi pubblici devono rispondere a tutte le vigenti normative in materia di sicurezza per evitare rischi e pericoli per il gioco all’aria aperta. La normativa è molto chiara e non lascia dubbi, mentre questi oggetti fai-da- te, che invitano bambini e ragazzi ad arrampicarsi ad metro e mezzo o due da terra non rispondono a nessuna norma di sicurezza.

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