La Pianura Bresciana
L’area del Parco del Laghetto è situata nel comune di San Paolo, nel cuore della pianura bresciana.
Una terra dal passato importante che ha lasciato splendide impronte di storia e di arte e dove la cultura rurale è sopravvissuta tramutando usi, costumi e sapori in musei, raccolte, eventi e sagre.
Il paesaggio, strettamente connotato dall’indirizzo agricolo, è caratterizzato da piccoli borghi di antiche origini che accolgono, in una natura disegnata da filari di gelsi e pioppi, le tipiche cascine lombarde con le grandi aie e i palazzi dei “signori”. I prodotti della terra si trasformano sulle tavole di trattorie e ristoranti in una gastronomia tradizionale e di qualità, le operose aziende agricole in accoglienti agriturismi.
Nella vasta provincia di Brescia, solcata dai fiumi Oglio, Mella e Chiese, là dove sfumano le ultime colline moreniche, si apre l’orizzonte della grande pianura bresciana. Conosciuta come “la bassa”, questo preludio della Pianura Padana è da sempre il granaio dei Bresciani caratterizzato da estesi campi coltivati e dall’abbondanza di acqua, ma è anche un affascinante territorio tutto da scoprire.
La Bassa Bresciana
Può sembrare insolito proporre come meta turistica un’area generalmente conosciuta solo per l’importante produzione agricola, ma quella bresciana è una pianura diversa. Affettuosamente chiamata “bassa”, rimasta per molto tempo ai margini dell’attività prettamente turistica, è una pianura grande, e non solo nelle dimensioni, ricca, intrisa di storia e arte. È una vera sorpresa questa terra di mezzo: una vasta campagna solcata dai tre principali fiumi bresciani, Oglio, Mella e Chiese, che nel corso dei secoli l’hanno resa fertile e ne hanno caratterizzato le vicende storiche. Antichi borghi raccolti attorno al campanile della parrocchiale si susseguono tra un alternarsi di prati coltivati, filari di gelsi e pioppi, canali, rogge e fossati a delimitare vecchi confini rurali.
Vasti cascinali e moderne aziende agricole a testimonianza di generazioni laboriose, ma anche ville e residenze di campagna, castelli a guardia di porti fluviali. Un fascino antico che sta rifiorendo proprio grazie al suo ambiente naturale, ideale proposta per itinerari immersi nel verde, a piedi, in bicicletta, a cavallo o, perché no, in canoa. Percorsi naturalistici che si snodano tra parchi e riserve lungo i corsi dei fiumi e che raccontano la storia, l’economia e l’anima del territorio. Sono le piste e le strade ciclabili del Parco Regionale dell’Oglio Nord che si estende dal Lago d’Iseo al confine cremonese con interessanti esempi di architettura rurale, chiuse e ponti, o quelle del Parco del Basso Chiese e del Parco del Basso Mella.
Non è da meno il Parco del Fiume Strone, che dalla località Laghetto di Scarpizzolo di San Paolo, alla località Vincellate di Pontevico serpeggia tra antichi borghi rurali come quello di Scorzarolo presso Verolavecchia, residenza di campagna dei frati Domenicani dalla fine del XV secolo alla fine del XVIII. È una vera oasi naturalistica anche il Parco Bosco del Lusignolo con laghetti, piste ciclabili, attrezzature sportive, un percorso pedonale didattico per ipovedenti e un percorso ippoturistico, nonché aree attrezzate e varie attività ricreative.
Arte e storia
Tanta natura quindi, ma l’arte non è da meno. I gioielli della Pianura Bresciana sono le due grandi tele di Giovan Battista Tiepolo, dipinte verso il 1738 e custodite nella parrocchiale di Verolanuova, ma sorprendente è la ricchezza di ville e palazzi edificati dalle più importanti famiglie bresciane a partire dal XV secolo, a testimonianza di prestigio e onore o come comode residenze di villeggiatura. Spesso ancora abitati dagli eredi di nobili casate non sempre sono visitabili, ma la varietà e l’importanza della loro architettura ne fanno una meta di grande interesse.
Le gesta dei Martinengo “suggeriscono” un bel tour verso il castello di Padernello nel comune di Borgo San Giacomo, verso quelli di Villagana e Villachiara e infine alle rovine di quello di Barco di Orzinuovi. Verolanuova e Pralboino sono invece le mete per i palazzi dei Gambara, splendido quello cinquecentesco ora sede del municipio di Verolanuova. Suggestivi, ma ricostruiti su edifici precedenti, il Castello Bonoris di Montichiari e quello di Pontevico.
Tra le rocche fortificate recano tracce della loro imponenza quella di Orzinuovi, che vanta anche una caratteristica piazza sulla quale si allineano antichi palazzi porticati, e di Urago d’Oglio. Ville e palazzi storici sorgono in ogni comune, ma assolutamente da vedere sono Villa Mazzotti a Chiari, dove le avanguardie del liberty si uniscono al neoclassico, Villa Calini Morando a Lograto, rimaneggiata nel ‘700, che appare all’improvviso in fondo a un viale fiancheggiato da statue in arenaria.
La massiccia ed elegante struttura del cinquecentesco palazzo Avogadro si incontra a Bagnolo Mella. Palazzo Feltrinelli, un grandioso edificio costruito in aperta campagna a fine ‘700, circondato da un muro in cotto, si erge a Gerolanuova, frazione di Pompiano. Villa Suardi a Ludriano è un armonioso nucleo di edifici storici ancora oggi circondati da fossato.
A Seniga, verso l’estremo Sud della provincia, sorge la secentesca Villa Fenaroli, un insieme di edifici con una stupenda prospettiva sul fiume e un giardino terrazzato che termina in un parco con piante secolari lungo l’Oglio.
Interamente costruito in mattoni è il severo Palazzo Lechi di Calvisano. Uno dei più importanti edifici della Bassa per valore architettonico e storico è Villa Lechi di Montirone, capolavoro dell’architetto Turbini. Esempio unico è il borgo di Monticelli d’Oglio, un’unica grande corte rurale di origine secentesca.
L’arte e la cultura si sono espresse magnificamente nelle grandi chiese che conservano preziose opere d’arte così come nelle pievi e nelle piccole chiese di campagna. Di particolare interesse sono le pievi, tutte di antichissime origini, che, riedificate a partire dal XII secolo, conservano importanti cicli di affreschi. Si trovano a Montichiari, Carpendolo, Seniga, Quinzano, Dello e Orzivecchi.
Da non perdere a Chiari la Pinacoteca Repossi con tele, sculture, stampe e incisioni tra le quali preziosi lavori di Pollaiolo, Mantegna, Rubens, Rembrandt, Tiepolo e Canaletto. Ricca di antiche tracce dell’epoca preistorica, romana e longobarda, la Pianura Bresciana mostra la sua storia nelle raccolte archeologiche di Leno, Ghedi e Gottolengo, negli importanti musei di Remedello, all’interno della quattrocentesca chiesa dei Disciplini riccamente affrescata, e di Manerbio a Palazzo Luzzago, sede del Municipio.
Moltissimi i musei dedicati alla civiltà agricola. Un tuffo nel passato è la visita all’antico mulino della Motella nel comune di Borgo San Giacomo. Curioso infine trovare a Dello il Museo lirico Rosina Storchio, a Travagliato il Museo musicale Quattro Torri e ad Acqualunga il Museo ornitologico Fiamenghi.
Eventi, feste, storia e cultura popolare
Fitta di eventi è la vita sociale delle numerose comunità della Bassa caratterizzata da sagre, feste popolari e religiose dove non mancano i genuini sapori di un tempo. La stagione fredda è sempre la più giusta per cogliere appieno il gusto della pianura.
I più golosi non dovranno mancare la sagra del Pa’ e formai (pane e formaggio) a Leno, quella della Patata a Gottolengo, quella del Casoncello bresciano a Barbariga, quella del Fungo chiodino a Dello, quella del Pursel (maiale) a Fiesse, ma anche quella dell’Uva e del Vino a Capriano del Colle. Di livello nazionale sono Travagliato Cavalli ogni anno a fine aprile e la Fiera Agricola di Orzinuovi a fine agosto.
I mestieri e l’artigianato di un tempo sono ricordati a Mestieranda a Cigole nel mese di maggio. Storicamente rilevante e molto partecipata la rievocazione storica della Battaglia di Maclodio (1427) con torneo cavalleresco e corteo in costume che rievoca le gesta del conte di Carmagnola, ogni 5 anni a settembre. Sempre a settembre a Chiari si svolge da anni il tradizionale Palio delle Quadre. Ricco è il calendario di fiere e mostre mercato presso il Centro Fiera di Montichiari.
Non solo cucina tradizionale
La gastronomia della pianura è legata alla produzione agricola ma anche alla presenza di numerosi corsi d’acqua. La cucina tradizionale è un mix di sapori che raccolgono l’influenza delle tradizioni culinarie mantovane, cremonesi e bergamasche. Salumi, formaggi molli, il grana padano, pollame, bolliti e arrosti, ma anche trippa e casoncelli di zucca, spezzatini e carne di maiale in umido con funghi o verza, pesci di fiume e rane sono le gustose proposte di trattorie, aziende agrituristiche, ma anche di blasonati ristoranti.
Ma pianura non è più solo tradizione: alcune aziende stanno introducendo nuove produzioni come insaccati e formaggi di bufala e non è difficile trovare produzioni di formaggi caprini.
Alcuni prodotti tipici
Le radici di Mairano
Sono ortaggi dal sapore amarognolo la cui coltivazione si è molto diffusa al confine con la provincia di Cremona.
Il caviale di Calvisano
Nella Pianura Bresciana c’è un’azienda, unica in Europa, che opera da oltre venti anni nel campo dell’acquacoltura e che alleva in cattività lo “white sturgeon” (lo storione bianco americano) con impianti e tecniche molto avanzate producendo caviale fresco in grandi quantità, ma soprattutto di grande qualità.
Il salva
Prodotto in pianura, al confine con la province di Cremona e di Bergamo, è un formaggio ottenuto con latte di vacca intero o parzialmente scremato, a pasta cruda e maturazione medio-lunga. Il sapore è acidulo e aromatico e il colore è bianchissimo.
Il Farro di Scarpizzolo
Dopo 2000 anni è stato riseminato il farro in località Scarpizzolo di San Paolo (in epoca romana, l’antico “Pagus Farraticanus, villaggio addetto alla produzione del farro”, www.pagusfarraticanus.it). È stata recuperata così una coltura ormai scomparsa, che da valore al territorio, coniugando interesse culturale verso il passato storico e gastronomico, un presente tutto da valorizzare. Il farro è il capostipite di tutti i frumenti oggi conosciuti, ed è stato per oltre 2000 anni l’alimento base delle popolazioni mediterranee e asiatiche. Di buon sapore e d’alto valore energetico, viene impiegato nelle cucine tipiche, soprattutto in Toscana.
Ricetta Bresciana col farro di Scarpizzolo
Zuppa alla bresciana
Ingredienti per 4-6 persone:
- fagioli borlotti in scatola sgocciolati gr 500
- farro gr 250
- pancetta affumicata gr 80
- sedano gr 50
- carota gr 50
- cipolla gr 30
- burro gr 30 • olio gr 20
- brodo (anche di dado) dl 6
- prezzemolo • sale
Tempo di cottura: 30-35 min.
Mettete il farro in una terrina, copritelo con acqua fredda. Tritate insieme sedano, carota, cipolla edue rametti di prezzemolo. Tagliate a dadini la pancetta e passate al passaverdura con il disco a fori larghi la metà dei fagioli. Mettete nel recipiente olio, burro, trito aromatico, pancetta. Cuocete per cinque minuti. Aggiungete i fagioli passati, quelli interi, il brodo bollente e un pizzico di sale. Mescolate, scolate il farro e unitelo al resto. Cuocete per 30 minuti mescolando di tanto in tanto. Cospargete la zuppa con prezzemolo tritato, lasciatela riposare coperta 5 minuti prima di servirla cosparsa con un pizzico di grana in scagliette piccole e un goccio d’olio extravergine.
(Si ringrazia la Provincia di Brescia per il materiale fornito).