Il Fiume Strone e il Parco
E’ presso il Laghetto di Scarpizzolo che ha origine il nostro bel fiume che per un certo tratto solca e caratterizza la nostra bassa col suo serpentone verde, in una sorte di bizzarra ma naturale gimcana fra campi coltivati, rendendo il tutto di particolare interesse.
Dal Laghetto di Scarpizzolo alla foce dell’Oglio, lo Strone sviluppa un percorso di 18 Km, con un ulteriore tratto di km 1,310 per il ramo Nord Ovest e km 2,720 per il ramo Nord –Est.
Per la bellezza paesaggistica e per le sue emergenze naturalistiche riscontrate, la Regione Lombardia, su richiesta dei quattro comuni toccati dal suo corso, ha riconosciuto le aree attigue allo Strone e il Laghetto di Scarpizzolo come Parco Locale d’Interesse Sovracomunale con delibera n° 4/5188 del 21/02/1990.
Per alcuni appassionati non è nemmeno difficile scoprire, sulle sue ripe, resti di insediamenti nascosti di notevole interesse, sottospecie di essenze autoctone, più di 200 specie rilevate lungo il suo corso.
A tratti il corso del nostro bel fiume è tra quelli meno manomessi da opere di regimentazione delle sponde, con fitti boschi e maestosi alberi che lo accompagnano nel suo andare sinuoso fra i campi. Trattasi spesso di presenze significative, sia per la particolare morfologia ed microclima, sia per le stazioni relitte di specie animali e vegetali altrove scomparse o estremamente rarefatte.
Nel suo complesso, il Parco fiume Strone, presentandosi intervallato da dislivelli, scarpate, laghetti e piccoli stagni, assume un aspetto di naturale bellezza, coinvolgente lo spirito e il corpo, con percorsi ginnici integrati nell’ambiente.
Il Parco ci regala un ambiente fresco e ombroso, è animato da presenze significative, censite 40 specie di uccelli, di cui 28 sedentari e 12 estivi, che comprendono ormai rari Martin Pescatore, la Ghiandaia, la Cannaiola Verdognola, il Picchio Rosso Maggiore, l’Allocco, il Cuculo, il Germano Reale, il Torcicollo, la Capinera, il Verdone ed il Cardellino. I saldi d’acqua come quello del Chiavicone Sud ospitano, grazie al fresco microclima, specie di montagna come il Pettirosso, lo Scricciolo e la Ballerina Gialla.
Nidificazioni accertate dunque di specie di riproduzione montana, che raramente e solo localmente si riproducono in pianura, e che qui trovano un habitat naturale per nidificare, svernare e sostare durante le migrazioni e che diventano graditi sensori ambientali.
Qui a destra, l’immagine della copertina dell’importante pubblicazione relativa al Parco fiume Strone, con in primo piano il CHIAVICONE SUD del Laghetto. Il libro, pubblicato nel 1998 dal Consorzio Parco fiume Strone e redatto al grazie contributo competente di ricercatori, professori ed esperti di fama riconosciuta, approfondisce rilevanti aspetti storici, architettonici, paesaggistici, botanici e zoologici di assoluto interesse all’interno del Parco.
Patrimonio Culturale
Oltre ad essere un bacino idraulico, il Laghetto, con i suoi manufatti irrigui costituisce un patrimonio storico-culturale di estrema importanza non solo per San Paolo: non ci sono rimaste molte zone boschive nella nostra bassa con un bel corso d’acqua che le attraversa e dove natura e storia si confondono.
Lo Strone, unico fiume meridionale Bresciano, che scorre per diciotto chilometri per poi confondersi con le acque dell’Oglio nei pressi di Pontevico è figlio delle acque quiete del Laghetto, dove si incrocia con gli storici sbarramenti dell’uomo, il Chiavicone Nord e il Chiavicone Sud, alimentato dallo Stronello a settentrione e dalla Fenarola a meridione, passando attraverso il controllo vigile dello Scolmatore.
E c’è un percorso secolare dietro questo “corso delle acque”. Un percorso che inizia dall’avventura monacense, che per prima stabilisce l’idea di bacino idrico. Tutto ciò, nella sua complessità, rappresenta un patrimonio storico-culturale che la nostra associazione AMICI PER IL LAGHETTO intende difendere e valorizzare.
Antichi manufatti regimentano da sempre queste acque. Essi hanno una storia che risale ai monaci benedettini dell’Abbazia di Leno (fondata da Desiderio, Re dei Longobardi nel 758), che per primi, verso il 1200-1250, hanno sanificato queste zone un tempo paludose, addomesticandone i primitivi corsi d’acqua, per renderli fruibili all’attività agricola.
Dopo i monaci, è stata la comunità locale a gestire per secoli queste acque regalandoci l’attuale oasi del “Laghetto”, di cui la cascata che nasce dal Chiavicone Sud è l’elemento simbolo. Delle targhe ottocentesche scolpite nella pietra, poste ai margini dei principali manufatti ne ricordano la storia, nonché la funzione per cui sono stati costruiti.
Oggi l’acqua del Laghetto è ampiamente sfruttata per scopi irrigui dalla locale Federazione Consorzi Irrigui Due Quinzane.
Il Laghetto e la Cascata
L’immagine del Laghetto è strettamente legata a quella della sua cascata, che proprio dal laghetto prende vita: un salto d’acqua che conferisce al paesaggio locale un aspetto di assoluto fascino e bellezza, eletto a simbolo del luogo da parte della comunità locale e dell’intera municipalità.
Il Laghetto e la sua cascata rappresentano per la comunità locale la pietra miliare di un percorso storico-culturale fatto di eventi di vita vissuta, di manufatti, di tradizioni e di leggende, tale da renderli una vera e propria icona, capace di scolpire nell’immaginario collettivo quel legame col proprio territorio e con la propria storia, che per la nostra gente rappresenta un valore inalienabile e imprescindibile.